Perché preoccuparsi del DevOps?
Il DevOps è ormai lo standard de facto per lo sviluppo software. Le aziende che hanno adottato i principi DevOps ne hanno già beneficiato, stravolgendo gli equilibri del mercato, innovando più velocemente e lasciando indietro i propri competitors. E’ ormai evidente: facendo propria la cultura DevOps, le aziende hanno la possibilità di allineare tutti gli stakeholder intorno ad un unico obiettivo comune, ovvero fornire software di qualità in modo rapido e affidabile.

Eppure, nonostante l’evidenza concreta dei vantaggi derivanti dall’adozione del DevOps, molte aziende sono ancora riluttanti nell’intraprendere questo genere di trasformazione, per varie ragioni:
- mostrano una resistenza al cambiamento
- credono che la strategia DevOps sia determinata esclusivamente dall’acquisto e dall’utilizzo di tecnologie specifiche
- credono che il DevOps sia una tendenza del momento
- credono che il DevOps riguardi solo le aziende software.
I fatti smentiscono questi falsi miti. Ecco come:
Il DevOps può stravolgere il mercato e accelerare l’innovazione
Le aziende che hanno abbracciato il DevOps sono meglio posizionate per consolidare la propria presenza nei mercati esistenti e per espandersi al contempo su nuovi mercati. Ne è un esempio Netflix: il DevOps non solo gli ha consentito deploy migliaia di volte al giorno, gli ha permesso di rivoluzionare l’industria della TV e dei servizi via cavo.
Il DevOps è per tutti
All’interno dell’Application Economy, la tecnologia è un acceleratore del business e la capacità di fornire software di qualità in modo affidabile è cruciale, non solo per le aziende operanti nel settore IT.
Per questa ragione, qualsiasi azienda che necessiti di fornire software di qualità più velocemente deve approcciarsi al DevOps e alle pratiche di Continuous Delivery (CD), che consentono di sviluppare, testare ed eseguire il deploy del software attraverso release frequenti, incrementali. Come sostenuto da Henry Ford: “Niente è davvero difficile se lo si divide in tanti piccoli pezzettini”.
Il DevOps appartiene al buonsenso
Storicamente, il software si è evoluto attraverso molteplici varianti delle metodologie waterfall, con cicli di rilascio misurati in mesi, o addirittura anni. Per questo motivo, molte delle pratiche di sviluppo utilizzate oggi sono obsolete, basate su processi lenti in cui ci si muove attraverso revisioni e approvazioni ridondanti, anziché attraverso rapidi processi di identificazione ed eliminazione dei defect.
Seguendo le pratiche CD, i cicli di rilascio vengono misurati in giorni, ore o minuti, e si concentrano sulla rapida identificazione e correzione degli errori. Il DevOps è quindi il risultato di una rivisitazione dei concetti obsoleti dell’IT, su cui sono state applicate modifiche improntate al buon senso, con l’intento di soddisfare le esigenze dell’Application Economy.
Il DevOps incrementa la soddisfazione dei dipendenti
Oltre ai vantaggi legati alla software delivery, il DevOps apporta molteplici benefici a livello umano.
Le aziende che hanno adottato metodi agili e pratiche CD a sostegno del DevOps hanno riscontrato un incremento della soddisfazione dei soggetti coinvolti nel processo di sviluppo. Quando i dipendenti non eseguono più mansioni manuali e ingombranti e sono liberi di innovare, sono più felici e soddisfatti.
Conseguentemente, una forza lavoro più felice si traduce in un aumento della produttività, una riduzione dei costi e un miglioramento del software.
Il DevOps non è una moda passeggera
Si può pensare al DevOps come ad una tendenza di passaggio. Pochi anni fa il fermento riguardava il paradigma SOA (Software Oriented Architecture), eppure questo fervore è presto svanito. Nonostante la sfera SOA sia un pattern architetturale, e non legato ai processi, può essere utile confrontarla con il DevOps.
La popolarità dell’architettura SOA è sfumata rapidamente a causa della sua scarsa agilità, in quanto basata su pratiche “ingombranti”. Oggi, infatti, l’architettura SOA ha dato spazio ai microservizi, che sono più piccoli e gestibili, permettendo di allineare l’architettura delle applicazioni con piccoli team con diverse funzionalità. A livello architetturale, dunque, si è passati dall’essere pesanti e ingombranti, all’essere più leggeri e flessibili. Il medesimo spostamento si è verificato con il passaggio dai processi waterfall alle pratiche agili e CD che supportano il DevOps. In molte aziende, infatti, lo slancio sta dietro ad una maggiore agilità e flessibilità, evidenziando come il DevOps non sia una moda, ma faccia parte di un trend sostenibile e a lungo termine.
Il DevOps è fattibile
Ogni azienda deve valutare difficoltà e benefici della transizione al DevOps, con un’adeguata quantità di scetticismo e senza credere che il DevOps possa essere la “cura” per tutto ciò che tormenta l’azienda. Seppur possa sembrare difficile, la transizione al DevOps è fattibile se si mantiene l’attenzione sui principi pragmatici, e non sulle pratiche dogmatiche.
Come approcciarsi dunque pragmaticamente al DevOps?